Qual è il segreto per invecchiare bene e in salute? Questo capitolo è dedicato ai nostri anziani che, molto spesso, sono alle prese con malattie multifattoriali e complesse che vanno ad intaccare la stagione della “terza età”. L’Oncologa Rosella Spadi del COES – Centro Oncologico Ematologico Subalpino della Città della Salute e della Scienza di Torino e Segretaria regionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) spiega il ruolo importante della prevenzione anche dopo i 65 anni.
Dottoressa, la prevenzione dei tumori è importante a tutte le età?
Assolutamente sì! Dobbiamo infatti considerare che il rischio reale di ciascuna persona di ammalarsi è dovuto ad una combinazione di elementi (multifattorialità del cancro), alcuni immodificabili, come età, sesso, patrimonio genetico, mentre altri sono assolutamente modificabili e prevenibili, ad esempio l’abitudine al fumo oppure l’obesità. In questo senso AIOM è impegnata, in collaborazione con Fondazione AIOM e Federanziani nel progetto nazionale “Cancro, la prevenzione non si ferma dopo i 65 anni”, con l’obiettivo di coinvolgere le famiglie ma anche i Centri anziani nel promuovere una maggiore informazione sulla prevenzione oncologica della “terza età”.
In che cosa consiste la prevenzione dopo i 65anni?
Anche dopo i 65 anni possiamo fare prevenzione a 360 gradi! Per prevenzione va intesa quella primaria, secondaria e terziaria.
Ci spieghi.
Lo scopo della prevenzione primaria è ridurre l’incidenza delle neoplasie modificando i fattori di rischio, quindi giocare d’anticipo prima che la malattia insorga, ovvero adottando abitudini salutari, in particolare evitando il fumo, avendo un’alimentazione corretta, limitando il consumo di alcole svolgendo attività fisica regolare. Queste raccomandazioni, compatibilmente con la condizione fisica della persona, sono valide anche per chi ha superato la malattia perché riducono l’insorgenza di recidive (prevenzione terziaria). La prevenzione secondaria è la diagnosi precoce, ad esempio l’adesione alle campagne di screening, tuttavia, spesso gli anziani non beneficiano dei programmi di screening per come sono concepiti ora. In questi anni AIOM si sta operando per ampliare l’età delle persone sottoposte a screening, sia anticipando l’età di adesione sia posticipandone l’uscita, al fine di includere una popolazione sempre più ampia.
Come stanno i nostri anziani?
L’Italia è uno tra i paesi più longevi al mondo. Una patologia come il cancro, che colpisce a tutte le età, ha negli over 65 un impatto maggiore legato alle comorbilità (coesistenza di più patologie diverse nella stessa persona), alle condizioni sociali e alle difficoltà di accedere ad alcune terapie. Ogni giorno in Italia si registrano più di 500 nuove diagnosi di cancro negli anziani e circa il 50% dei tumori insorgono in soggetti con età superiore ai 70 anni. Con l’avanzare dell’età, nei pazienti anziani si rileva un accumulo di fattori cancerogeni nell’organismo e contestualmente una ridotta capacità di difesa e dei meccanismi di riparazione. Negli ultimi anni l’aspettativadi vita si è molto allungata, ecco perché diventa indispensabile correggere i propri stili di vita e fare prevenzione: un sessantacinquenne ha davanti a sé, potenzialmente, ancora un ventennio. Una diagnosi precoce può fare la differenza! Ma c’è di più.
Cos’altro?
Molto spesso gli anziani arrivano ad una diagnosi troppo tardi sia per l’assenza di programmi di screening in questa fascia d’età sia perché spesso vengono ignorate le regole della prevenzione. Bisogna ricordare che dai dati italiani sette over 70 su 10 scoprono la malattia in fase avanzata, quando le terapie sono meno efficaci.
Quanto vengono seguiti i corretti stili di vita?
Tendenzialmente gli anziani tendono ad ignorare le regole della prevenzione: la sedentarietà, l’eccesso ponderale e il fumo sono molto diffusi e aumentano il rischio di sviluppare una neoplasia. Circa il 57% degli over 65 è in sovrappeso oppure è obeso, il 10% fuma, il 48,7% ha una vita sedentaria, solo il 10,3% degli over 65 pratica regolare attività fisica e soltanto l’11,3% consuma 5 o più porzioni di frutta o verdura al giorno. La regione Piemonte non fa eccezione!
Quali sono le regole per stare in forma anche dopo i 65anni?
Sicuramente le regole per stare in forma, a tutte le età, quindi non solo nella popolazione anziana, sono sintetizzate dalle 12 raccomandazioni del Codice Europeo contro il cancro. Si stima che in Europa quasi la metà dei decessi per cancro potrebbe essere evitata se venissero messi in atto questi suggerimenti, molti dei quali permetterebbero di ridurre anche l’impatto di diverse malattie cronico-degenerative.
Invece, quali sono i trattamenti che necessita l’anziano colpito da tumore?
In Italia solo il 37% degli anziani è vivo a 5 anni dalla diagnosi a causa di uno stile di vita scorretto e ad un minore accesso a screening preventivi. A causa della frequente esclusione dagli studi clinici, i miglioramenti ottenuti in oncologia negli ultimi decenni hanno riguardato solo in parte questa popolazione. E’ fondamentale sempre tenere presente che il maggiore impatto delle neoplasie nei pazienti over 65 è spesso legato alla presenza di comorbilità e trattamenti polifarmacologici concomitanti, condizioni sociali e difficoltà ad effettuare o ad accedere agli screening. Fino a qualche anno fa il trattamento del paziente anziano era piuttosto empirico e basato sull’esperienza clinica e sul “buon senso” del medico oncologo. Non avendo a disposizione studi ad hoc e mutuando i dati solo da analisi di sottogruppo, tenuto conto delle comorbilità, l’oncologo adattava la schedula al paziente anziano con consistente rischio di sotto trattamento oppure di over trattamento. Di fronte ad un paziente anziano abbiamo la possibilità di impattare positivamente sia sulla qualità che sulla quantità della vita, ma a patto di calibrare le terapie con gli aspetti sociali, psicologici e fisici del paziente. Oggi abbiamo un’importante risorsa: la valutazione geriatrica multidimensionale che suddivide i pazienti anziani in “pazienti fit” (possono beneficiare dello stesso trattamento previsto per il giovane adulto), “vulnerabili” (con necessità di adeguare la schedula terapeutica riducendo la dose dei farmaci o modulandoli sulla base della funzionalità d’organo) e “pazienti fragili”, per i quali non è indicata alcuna terapia oncologica ma l’attivazione precoce della migliore cura di supporto. Uno strumento rapido e semplice per la valutazione multidimensionale è il G8 score che nella nostre Regione viene valutato alla visita presso il CAS.
Sul fronte dei farmaci innovativi quali sono le novità?
Oggi l’età non sembra più rappresentare un limite assoluto al trattamento dei pazienti anziani, quindi anche l’accesso alle terapie biologiche e ai farmaci immunoterapici che si stanno affacciando sul panorama recente dell’oncologia non sono più condizionati dall’anagrafica, fortunatamente. Le cure funzionano bene anche nei pazienti anziani, fondamentale è la selezione del paziente sulla base delle fragilità fisiche, sociali, psicologiche.
Di Liliana Carbone per “Nuova Speranza“, il magazine dell’Associazione per la Prevenzione e la Cura dei Tumori in Piemonte Onlus
Il 29 Settembre 2019 in tutto il mondo moto classiche e vintage saranno unite per il cancro alla prostata e la salute mentale a sostegno della Movember Foundation. “The Distinguished Gentlemans ride” ritorna anche a Torino, domenica 29 settembre, in piazza Solferino.
Sarà un vero e proprio spettacolo a cielo aperto, roboante, glamour e inedito per sensibilizzare la popolazione sul tumore della prostata tra gli uomini. Per l’occasione numerosissimi e distinti signori indosseranno la cravatta, arricceranno i baffi, stireranno i propri tweed e inforcheranno le proprie motociclette classiche e d’epoca per sensibilizzare sull’andrologia e raccogliere fondi per la ricerca sul cancro alla prostata.
Alla manifestazione sarà presente anche l’Associazione per la Prevenzione e la Cura dei Tumori in Piemonte, in piazza della Repubblica, con uno stand informativo per dare informazioni sulle visite e portare il messaggio dell’importanza della prevenzione.
Anche quest’anno i partecipanti verranno omaggiati con una dolcezza gentilmente offerta da Motta.
“The Distinguished Gentleman’s Ride”è stato fondato a Sidney, in Australia, da Mark Hawwa. È stato ispirato da una foto di Don Draper, protagonista di “Mad Men”, a cavallo di una moto classica con addosso il suo abito migliore. Mark decise che un giro in moto a tema sarebbe stato un ottimo modo per combattere lo stereotipo, spesso negativo, dei motociclisti e, allo stesso tempo, per connettere le comunità motociclistiche esclusive.
Info su www.prevenzionetumori.org e www.gentlemansride.com
Per la prima volta in Piemonte si registra un calo delle nuove diagnosi di tumore. Lo confermano i dati che dicono che nel 2018 sono stati stimati 30.850 casi, 50 in meno rispetto al 2017 (erano 30.700 nel 2016 e 28.128 nel 2015). Il tumore più frequente in Piemonte è diventato quello della mammella: nel 2018 sono stati stimati 4.350 nuovi casi (erano 4.200 nel 2017), seguono il cancro del colon-retto (4.050, erano 4.350 nel 2017), che nel 2017 era il più diagnosticato, e del polmone (3.450, erano 3.500 nel 2017). Circa 280mila cittadini vivono dopo la scoperta della malattia, un dato in costante aumento: la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi raggiunge il 63% fra le donne e il 53% fra gli uomini, in linea con la media nazionale.
È questa lafotografia dell’universo cancro in tempo reale, raccolta nel volume “I numeri del cancro in Italia 2018”, realizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), da Fondazione AIOM e PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia).
Secondo gli esperti è importante agire sui fattori di rischio, perché la quota di casi prevenibili va da un terzo alla metà considerando tutti i fattori di rischio noti. Fondamentale importanza rivestono le strategie di prevenzione primaria contro l’inquinamento di atmosfera, acqua e suolo, le esposizioni professionali, il sovrappeso, l’eccessivo consumo di alcool e di carni rosse, l’abitudine al fumo e l’inattività fisica. In Piemonte il 33% dei cittadini è sedentario (33,6% Italia) e il 36,9% è in eccesso ponderale: il 28,5% è in sovrappeso (31,7% Italia) e l’8,4% è obeso (10,7% Italia). «Serve quindi più impegno anche per promuovere il ruolo dell’attività fisica e della dieta corretta» sottolineail Dottor Paolo Contiero, Consigliere nazionale AIRTUM. «Nel Nord Italia ci si ammala di più rispetto al Sud.Il tasso d’incidenza tra gli uomini è più basso del 4% al Centro e del 13% al Sud e nelle Isole rispetto al Nord e per le donne del 6% e del 16%. Il Registro Tumori Piemonte, primo in Italia e in tutta l’Europa meridionale, collabora in maniera sistematica con le altre articolazioni del Centro di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte (CPO), soprattutto nella valutazione dei programmi di screening».
Oltre agli stili di vita sani, anche l’adesione ai programmi di screening è fondamentale nella lotta al cancro e nel miglioramento delle percentuali di sopravvivenza. In Piemonte, nel 2016 il 79,9% delle donne fra i 45-49 anni e il 64,8% delle 50-69enni hanno aderito all’invito a eseguire la mammografia(56% in Italia)e la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi raggiunge l’88%. Per quanto riguarda il tumore del collo dell’utero, il 54,2% delle donne piemontesi 25-64enni ha aderito al programma di screening cervicale(Pap test + test HPV) per la diagnosi precoce (40,3% in Italia). Si registra un alto tasso di adesione da parte dei cittadini 59-69enni anche al test per la ricerca del sangue occulto nelle feci (50,5%), per individuare in fase precoce il cancro del colon-retto (40% in Italia).
«Il primato di incidenza raggiunto dal tumore della mammella nella Regione Piemonte non va letto necessariamente in termini negativi»afferma la DottoressaLivia Giordanodel Dipartimento di Epidemiologia e screening della Città della Salute e della Scienza di Torino.«E’ legato non solo all’invecchiamento della popolazione, ma anche all’estensione dei programmi di screening mammografico alle donne fra i 45 e i 49 anni e all’alta adesione a questi esami che consentono di individuare la malattia in fase iniziale, quando sono più alte le percentuali di guarigione».
Secondo gli esperti, accanto alla diagnosi precoce, l’innovazione terapeutica gioca un ruolo chiave nella lotta contro il cancro. «Se alla fine degli anni Settanta solo poco più di 3 persone su 10 colpite dal cancro riuscivano a sconfiggere la malattia, oggi circa il 60% sopravvive e, quando non si arriva a guarigione, si riesce in molti casi a trasformare il tumore in una patologia cronica con cui poter convivere per anni»spiegail Professor Giorgio Scagliotti, Direttore di Oncologia medica all’Università di Torino. «Da un lato l’innovazione farmaceutica ha completamente cambiato l’esito di molti tipi di neoplasie, dall’altro il costo dei nuovi farmaci oncologici, unito all’impatto sociale della malattia, rischia di compromettere la tenuta economica dei sistemi sanitari.Va creato un tavolo di lavoro che includa i diversi attori coinvolti: agenzia regolatoria, industria, società scientifiche, accademia e pazienti. L’obiettivo è ridefinire il concetto di innovazione: non può essere considerato innovativo un farmaco reso disponibile 3 o 4 anni dopo la prima terapia commercializzata in quella specifica classe terapeutica. Bisogna ragionare in termini di costo e di efficacia delle terapie. Vanno fissate regole nuove rispetto a 10 anni fa».
Le Reti oncologiche regionali rappresentano il modello per garantire in tutto il Paese l’accesso a diagnosi e cure appropriate e di qualità. Oggi però esiste un nodo: in Italia sono attive solo in poche Regioni. «Fra gli obiettivi della Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta ci sonoil superamento delle disomogeneità territoriali, a livello di servizi sanitari e prestazioni erogate, il raggiungimento di standard di trattamento sempre più elevati,la semplificazione dell’accesso alle cure da parte del paziente,l’avvicinamento dei servizi al contesto di vita del malato e lo sviluppo di un’attività di ricerca sempre più all’avanguardia» evidenzia il DottorOscar Bertetto, Direttore del Dipartimento Interaziendale interregionale della Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta presso la Città della Salute e della Scienza di Torino e membro del Comitato Scientifico dell’Associazione per la Prevenzione e la Cura del Tumori in Piemonte – Onlus. «La Rete della nostra Regione, inoltre, è dotata di un sistema di indicatori per il monitoraggio della qualità dell’assistenza da parte delle strutture che ne fanno parte».
Presso le aziende sanitarie della Rete oncologica regionale è attivo il Centro Accoglienza e Servizi (CAS), una struttura di riferimento del paziente in termini di accoglienza, assistenza, orientamento e supporto. Il CAS è composto da personale medico, infermieristico e amministrativo debitamente formato, accoglie la persona con sospetto o prima diagnosi di patologia oncologica e organizza gli esami necessari alla conferma della diagnosi e alla stadiazione in tempi rapidi e in modo coordinato, secondo quanto previsto dai Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (PDTA) di ogni singola patologia, supportando il paziente dal punto di vista sanitario, socio-assistenziale e psicologico. «Ogni CAS ha anche uno psico-oncologo e un assistente sociale di riferimento»spiega la DottoressaPatrizia Racca, coordinatore AIOM Piemonte e Valle d’Aosta e responsabile medico C.A.S. dell’ospedale Molinette -. Ogni struttura è in costante comunicazione con gli altri CAS della Rete».
In Piemonte, nel 2015 sono stati 14.391 i decessi attribuibili a tumori maligni, di cui 8.000 uomini e 6.391 donne (ultimo anno disponibile ISTAT). Nella RegionePiemontela neoplasia che ha fatto registrare il maggior numero di decessi è quella del polmone (2.818), seguita da colon-retto (1.614), mammella (1.081), stomaco (669) e prostata (620).
«Sono quasi 3 milioni e 400mila gli italiani che vivono dopo una diagnosi di cancro»spiega la DottoressaStefania Gori, Presidente nazionale AIOM e Direttore del Dipartimento oncologico dell’IRCCS dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria-Negrar. «Èun numero importante che evidenzia il peso della patologia oncologica e lo sforzo continuo per migliorare la sopravvivenza dei pazienti non solo in termini quantitativi ma anche di qualità di vita. Oggi le due neoplasie più frequenti, quella della prostata negli uomini e della mammella nelle donne, presentano sopravvivenze a 5 anni pari a circa il 90%, con percentuali ancora più elevate quando la malattia è diagnosticata in stadio precoce. Risultati sicuramente incoraggianti, che ci spingono a impegnarci ancora di più sia sul fronte della ricerca che della prevenzione».
Da “Nuova Speranza“, il magazine dell’Associazione per la Prevenzione e la Cura dei Tumori in Piemonte Onlus – 2019 – n. 1
Il tumore della prostata è diventata la neoplasia più frequente negli uomini, tanto che ogni anno sono 36mila i nuovi casi in Italia, dei quali 4.800 solo in Piemonte. Chiediamo il perché al Professor Paolo Gontero, Direttore della Clinica Urologica Universitaria della Città della Salute e della Scienza di Torino. E poi scopriamo come l’occhio, sempre più attento della ricerca, è in grado di distinguere precocemente le forme più pericolose di carcinoma. Da questo dipenderà, inevitabilmente, il modo di intervenire sul paziente.
Perché il tumore della prostata è diventata la neoplasia più frequente negli uomini?
Il principale fattore di rischio per il tumore prostatico sappiamo che è l’età. Di conseguenza in una popolazione come la nostra con una età media sempre più elevata (e questo non è un dato negativo) diventa sempre più probabile per un uomo giungere ad una diagnosi di carcinoma prostatico semplicemente per un motivo anagrafico. La crescente consapevolezza raggiunta grazie ad iniziative di sensibilizzazione e informazione della popolazione, proprio come questa, porta sempre più uomini a richiedere al proprio medico accertamenti e visite utili nella diagnostica precoce di questa malattia. A questi due elementi si aggiungono capacità diagnostiche da parte di noi urologi, sempre più sensibili, e specifiche di cui parleremo più avanti.
Se seguire stili di vita corretti è l’arma per prevenire questo tumore, altrettanto importante è per gli uomini sottoporsi a controlli preventivi: a partire da quale età è utile fare il primo?
Iniziamo con il dire che anche per il tumore di prostata può esistere un rischio familiare. Attenzione, non si tratta di un’ereditarietà in senso stretto, ma di un semplice rischio familiare: se uno o più dei nostri familiari di primo grado (genitori o fratelli) ha ricevuto una diagnosi di una neoplasia (non necessariamente neoplasia di prostata) anche per esempio mammella, colon, stomaco, eccetera, in una età inferiore ai 65 anni, allora vediamo aumentare il nostro rischio individuale anche per il tumore prostatico. In questi casi è utile effettuare un primo esame del PSA (antigene prostatico specifico) già sopra i 45 anni. Negli altri casi il controllo del PSA e la visita dall’urologo possono iniziare sopra i 55 anni. Ricordo comunque che la maggior parte dei casi di tumore che riscontriamo sono “sporadici”, non hanno infatti una storia familiare di neoplasie e sono diagnosticati in una fascia di età superiore ai 65 anni. Spetta al medico valutare se un paziente che chiede di effettuare una visita preventiva “precoce” possieda effettivamente fattori di rischio specifici per il tumore alla prostata.
Oggi, nella diagnosi precoce, quali strumenti efficaci si hanno a disposizione?
Agli strumenti diagnostici tradizionali (anamnesi, esame obiettivo e PSA) si sono aggiunti strumenti come la risonanza magnetica multiparametrica e le biopsie mirate con tecnica di fusione di immagini che hanno ulteriormente raffinato la capacità di diagnosticare e caratterizzare questa malattia. Occorre sottolineare come ancora oggi, dopo più di 40 anni di impiego, il ruolo del PSA sia ancora centrale nella semeiotica di questa malattia. Nonostante le asserzioni scettiche dei mezzi di informazione, il PSA ha un valore insostituibile nella stima del rischio individuale. E’ importante che non si consideri solo il valore assoluto del PSA (non è infatti un test di screening e non possiamo considerare “malati” tutti coloro che hanno valori al di sopra di una certa soglia), ma caratteristiche come la cinetica (la velocità di salita nel tempo) e anche il rapporto con le dimensioni della ghiandola (prostate grandi benigne producono più PSA). Il valore del PSA è stato peraltro confermato da un recente studio su un enorme campione di popolazione europea sottoposto a screening, dove l’esecuzione di questo ha dimostrato, dopo 12 anni, di conferire un vantaggio di sopravvivenza rispetto alla popolazione non sottoposta a screening (sono i risultati dello studio European Randomized Study of Screening for Prostate Cancer – ERSPC).
Quali sono invece le novità nel campo della ricerca?
Per un tumore così frequente ed eterogeneo come quello prostatico, che vede forme indolenti a basso rischio presenti in una grandissima proporzione di uomini di età avanzata e forme aggressive potenzialmente letali insorgere anche in soggetti giovani, la grossa sfida attuale della ricerca risiede nella caratterizzazione iniziale di malattia e nella capacità di predirne l’evoluzione.
Ci spieghi.
Quello che ci interessa conoscere è se forme inizialmente microscopiche sono destinate a crescere lentamente e restare a basso rischio per tutta la vita, oppure se siamo di fronte a tumori letali presi in fase iniziale e meritevoli per questo di terapie più aggressive. In questo senso si sta orientando la ricerca attuale, focalizzandosi su una caratterizzazione molecolare in grado di distinguere precocemente le forme più pericolose di carcinoma. Presso la nostra Clinica, da anni stiamo studiando piccole molecole plasmatiche che si trovano nei nuclei delle cellule di tumore prostatico e che per certi versi sono più utili e informative del DNA stesso. Si tratta di una ricerca sui micro RNA plasmatici che sono stati visti essere in grado, affiancati alle informazioni del PSA, di migliorare la capacità diagnostica stessa e di individuare le forma di tumore più aggressive.
Infine, in chirurgia oncologica, il robot urologico quali passi in avanti ha permesso di fare ai chirurghi urologi? E’ un alleato o un potenziale sostituto del chirurgo urologo?
Non esiste ad oggi un “robot” per la cura del tumore prostatico che sia in grado di sostituirsi al chirurgo. Il termine “robot” applicato alla tecnologia “Da Vinci” è altamente improprio poiché lo strumento non si sostituisce al chirurgo, bensì rappresenta un semplice “mezzo” nelle sue mani. E’ innegabile che questo strumento abbia rivoluzionato l’intervento di asportazione radicale della prostata, apportando vantaggi significativi soprattutto nella ripresa postoperatoria e nel recupero delle normali funzioni dell’organismo, grazie ad una visione ottimale e una miniaturizzazione dei movimenti del chirurgo. Nella mia esperienza di chirurgo che, più di 10 anni fa, è passato dalla tecnica tradizionale a cielo aperto a quella robotica, mi sento di affermare senza esitazione che il robot è oggi un alleato importante nell’esecuzione di un intervento di prostatectomia radicale.
TUMORE DELLA PROSTATA
Fattori di rischio
• L’obesità, soprattutto quella addominale è associata a forma tumorali più aggressive
• l’elevato consumo di carne e latticini, una dieta ricca di calcio (con conseguente elevata concentrazione di IGF-1 ematico): una dieta con le caratteristiche tipiche della nostra occidentale, con eccesso di calorie, zuccheri a rapido assorbimento, povera di vegetali grezzi ed eccessivamente ricca di prodotti di origine animale potrebbe essere associata ad un rischio maggiore di malattia.
• rischio familiare, in una minoranza di casi (<15%)
• sedentarietà: l’assente o insufficiente attività fisica è un fattore di rischio indipendente da altri per lo sviluppo di questa malattia.
Incidenza
Nel 2017 sono stati stimati 2.900 nuovi casi in Piemonte, circa 34.800 in Italia. È la neoplasia più frequente fra gli uomini e rappresenta oltre il 20% di tutti i tumori diagnosticati a partire dai 50 anni.
Mortalità
• In Piemonte i decessi per cancro prostatico sono stati 556 nel 2014 (ISTAT, ultimo anno disponibile).
• Nel 2014 in Italia si sono osservati 7.174 decessi. Si tratta di una causa di morte in costante diminuzione (-2,6% per anno) da oltre un ventennio.
Sopravvivenza
• In Piemonte la sopravvivenza a 5 anni degli uomini con tumore della prostata è del 92%.
• La sopravvivenza a 5 anni in Italia è pari al 91,4%. Presenta valori elevati tra i pazienti più giovani, passando da un massimo del 96,4% tra 65 e 74 anni ad un minimo del 52,1% tra i più anziani (85+).
Prevalenza
• In Piemonte gli uomini vivi con questa diagnosi sono in totale 40.637 (anno 2015).
• In Italia (anno 2017) si stima siano presenti 484.170 uomini con pregressa diagnosi di carcinoma prostatico, circa il 32% dei maschi con tumore e quasi il 15% di tutti i pazienti (tra maschi e femmine) presenti nel Paese.
(Fonte: volume “I numeri del cancro in Italia 2017”, realizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) e dalla Fondazione AIOM).
Da “Nuova Speranza”, il magazine dell’Associazione per la Prevenzione e la Cura dei Tumori in Piemonte – Onlus – 11/2018
Nelle pagine del nuovo numero di “Nuova Speranza” approfondiamo con i massimi esperti piemontesi i quattro più importanti tumori per incidenza e impatto sulla salute: al polmone, al seno, al colon e alla prostata, per capire perché insorgono, come si possono prevenire e le novità terapeutiche.
Negli ultimi tre anni le diagnosi di tumore in Piemonte sono aumentate del 9,8%. Nel 2017 nella Regione sono stati registrati 30.900 nuovi casi (16.200 uomini e 14.700 donne), nel 2015 le stime erano pari a 28.128 (16.100 uomini e 12.028 donne). Una tendenza che rispecchia quella nazionale, con un andamento stabile delle nuove diagnosi fra gli uomini e un incremento fra le donne. È questa la fotografia dell’‘universo tumore’ in tempo reale, raccolta nel volume “I numeri del cancro in Italia 2017” realizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) e dalla Fondazione AIOM.
Fra i piemontesi i tumori più frequenti sono quelli al colon retto (4.350), seno (4.200) e al polmone (3.500). La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è in linea con la media nazionale, raggiunge il 63% fra le donne e il 53% fra gli uomini (in Italia rispettivamente 63% e 54%). I nuovi dati confermano la riduzione della mortalità nei due sessi, per il complesso dei tumori e per molte neoplasie a più elevato impatto. Così, quello che veniva un tempo considerato un male incurabile, è divenuto in moltissimi casi una patologia da cui si può guarire o con cui si può convivere a lungo con una buona qualità di vita.
Si aggiungono poi le armi efficaci per combattere il cancro, come l’immuno-oncologia e le terapie target a chemioterapia, chirurgia e radioterapia. Tutto questo, unito alle campagne di prevenzione promosse con forza anche dall’AIOM, si traduce nel costante incremento della sopravvivenza dopo la diagnosi, che nella nostra Regione interessa oltre 274.100 soggetti.
Il vizio del fumo è sempre più femminile. Un dato che preoccupa è il notevole incremento, del 36%, delle diagnosi di tumore del polmone fra le donne, passate da 919 nel 2015 a 1.250 nel 2017. Per questo è fondamentale promuovere campagne di prevenzione rivolte a tutte le fasce della popolazione: no al fumo, attività fisica costante e dieta corretta. Il 40% dei casi totali, 12.360 in Piemonte solo nel 2017, potrebbe essere evitato seguendo uno stile di vita sano. È scientificamente provato che il cancro è la patologia cronica che risente più fortemente delle misure di prevenzione.
Ma i piemontesi fanno prevenzione per restare in salute? I dati parlano chiaro: il 33,4% dei piemontesi è sedentario, il 28,4% è in sovrappeso e l’8% obeso. I fumatori sono il 24,2% della popolazione e il consumo a rischio di alcol riguarda il 19,1% dei cittadini (Studio PASSI 2013-2016). In Piemonte l’ultimo dato Istat disponibile (anno 2014) fa registrare 14.624 decessi attribuibili a tumore: la neoplasia con il maggior numero di decessi è quella del polmone (2.742), seguita da colon retto (1.601), seno (1.071), pancreas (919) e stomaco (695). Numeri che fanno riflettere e che, sempre di più, mettono in evidenza quanto sia fondamentale mettere in campo misure efficaci per contrastare l’insorgenza del cancro. Il primo passo è certamente partire dall’osservanza di corretti stili di vita.
Buona lettura!
Da “Nuova Speranza”, il magazine dell’Associazione per la Prevenzione e la Cura dei Tumori in Piemonte – Onlus – 11/2018
Grazie di cuore a tutti per aver reso speciale la giornata di oggi, domenica 30 settembre, con l’iniziativa di sensibilizzazione sul tumore della prostata, “The Distinguished Gentlemans ride“.
Grazie agli uomini e donne di “The Distinguished Gentlemans ride” che in sella alle loro moto hanno portato per le vie di Torino il messaggio della Prevenzione del tumore della prostata e delle malattie mentali maschili. Grazie agli organizzatori della manifestazione. Grazie al Dottor Massimiliano Timpano, urologo dell’ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino. Grazie ai nostri Volontari, ovvero Roberta, Barbara e Linda, e alle loro famiglie, che hanno portato il nome dell’Associazione per la Prevenzione e la Cura dei Tumori in Piemonte Onlus anche ai Docks Dora. Grazie ai nuovi associati, che da oggi potranno beneficiare delle visite di prevenzione. Grazie a quanti oggi ci hanno seguito sui social e con un “Mi piace” hanno sostenuto questa giornata fatta di solidarietà e di informazione.
Grazie di cuore!
IN MOTO PER SENSIBILIZZARE SUI TEMI DEL CANCRO
IL TORINESE WEB TV: GENTLEMAN'S RIDE Manifestazione motociclistica per sensibilizzare gli uomini sul tema del cancro alla prostata. #dgrturin2018
Pubblicato da Il Torinese su Domenica 30 settembre 2018
A TORINO ARRIVANO I GENTLEMANS E LE LADIES IN SELLA ALLE LORO MOTO PER UNA GIUSTA CAUSA
Oggi, domenica 30 settembre, le più belle vie di Torino sono attraversate da cafe racer, moto classiche e stilose, guidate da gentlemans e ladies, tutti rigorosamente vestiti in modo elegante per sostenere la prevenzione del tumore della prostata. The Distinguished Gentlemans ride è il nome dell’iniziativa, un vero e proprio spettacolo a tutti gli effetti, roboante, glamour ed inedito per sensibilizzare la popolazione sul tumore della prostata tra gli uomini.
Per Torino è la quarta tappa. L’iniziativa si svolge nella stessa giornata, in contemporanea con altre 500 città al mondo, con migliaia di partecipanti, che indossato un abito elegante e, in sella alla propria moto, portano il messaggio dell’importanza della prevenzione e della lotta contro il cancro alla prostata e le malattie mentali maschili.
Anche l’Associazione per la Prevenzione e la Cura dei Tumori in Piemonte Onlus è in prima fila. E’ presente presso i Docks Dora di via Valprato con uno stand informativo, per dare informazioni sulle visite di prevenzione che eroga da 35 anni ai suoi soci. Verranno anche distribuiti prodotti Doria.
Tutte le informazioni ai link:
L’obesità e il sovrappeso aumentano il rischio di tumore, lo confermano sempre di più studi di respiro internazionale che evidenziano, nero su bianco, una correlazione ormai nota e urgente. Purtroppo uno stile di vita poco salutare, compresa una dieta povera di elementi protettivi dati dalla verdura, dalla frutta e dai cibi integrali, insieme ad eccessivi apporti di proteine di origine animale, di grassi e zuccheri, è associato alla comparsa delle malattie tipiche del secolo: l’ipertensione, il diabete, le malattie cardiache.
Read More “Tumori e peso in eccesso: una relazione pericolosa”
Tutto quello che c’è da sapere sulle principali neoplasie del colon retto, seno, stomaco, polmone, prostata, della pelle (melanoma): dai fattori di rischio, ai nuovi casi, dalla prevalenza alla sopravvivenza alla mortalità. Ecco la fotografia dell’‘universo tumore’ raccolta nel volume “I numeri del cancro in Italia 2017” realizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) e dalla Fondazione AIOM e presentato a Torino in Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte il 13 febbraio scorso, in presenza dei massimi esperti in oncologia del Piemonte.
IL TUMORE DEL COLON RETTO
Incidenza
Mortalità
Sopravvivenza
Il carcinoma del colon-retto presenta una prognosi sostanzialmente favorevole. La sopravvivenza a 5 anni in Piemonte è del 64%,in Italia del 65%.
Prevalenza
In Italia (anno 2017) sono 464.473(53% maschi), al secondo posto tra tutti i tumori e pari al 14% di tutti i pazienti oncologici.
IL TUMORE DEL SENO
I fattori di rischio sono:
Incidenza
In Piemontei nuovi casi di tumore del seno stimati nel 2017 sono stati 4.200. Si stima che nel 2017 siano stati diagnosticati fra le italiane circa 50.500 nuovi casi di carcinoma della mammella femminile (fra gli uomini sono stati diagnosticati 500 nuovi casi). È la neoplasia più diagnosticata nelle donne, in cui circa un tumore maligno ogni tre (28%) è un tumore mammario.
Mortalità
In Piemontei decessi sono stati 1.071 nel 2014 (ISTAT, ultimo anno disponibile). In Italia nel 2014 il carcinoma mammario ha rappresentato la prima causa di morte per tumore nelle donne, con 12.201 decessi, fra gli uomini le morti sono state 129.
Sopravvivenza.
In Piemonte la sopravvivenza a 5 anni delle donne con tumore della mammella è dell’88%. La sopravvivenza a 5 anni in Italia è pari all’87%.
Prevalenza
In Piemontele donne vive con questa diagnosi sono in totale 64.700 (anno 2015). In Italia (anno 2017) vivono circa 767.000 donne che hanno avuto una diagnosi di carcinoma mammario, pari al 43% di tutte le donne che convivono con una pregressa diagnosi di tumore e pari al 23% di tutti i casi prevalenti (uomini e donne).
TUMORE DEL POLMONE
Incidenza
In Piemonte sono stati stimati 3.500 nuovi casi di tumore del polmone nel 2017 (2.250 uomini e 1.250 fra le donne).
Nel 2017 sono state stimate in Italia oltre 41.800 nuove diagnosi (28.200 uomini e 13.600 donne). Rappresentano l’11% di tutte le nuove diagnosi di tumore nella popolazione generale (più in particolare, il 15% di queste nei maschi e l’8% nelle femmine). Si registra una marcata diminuzione di incidenza negli uomini (in relazione a una altrettanto marcata riduzione dell’abitudine al fumo), pari a -1,7%/anno negli anni più recenti. A questa tendenza fa purtroppo riscontro un aumento dei nuovi casi tra le donne (+3,1%/anno dal 2003 al 2017).
Mortalità
In Piemonte i decessi per tumore del polmone sono stati 2.742 nel 2014 (ISTAT, ultimo anno disponibile). Nel 2014 in Italia sono stati registrati 33.386 decessi per questa neoplasia. Rappresenta la prima causa di morte per tumore nei maschi (il 27% del totale) e la terza causa nelle donne, dopo mammella e colon-retto (11% del totale delle morti oncologiche).
Sopravvivenza
In Piemonte la sopravvivenza a 5 anni dei pazienti con tumore del polmone è del 14%. La sopravvivenza a 5 anni in Italiaè pari al 15,8%.Pur rimanendo nell’ambito di valori deludenti, presenta valori leggermente migliori tra i più giovani, passando dal 29,3% tra 15 e 44 anni all’8,1% tra i più anziani (75+).
Prevalenza
Il tumore del polmone rimane ancora oggi una neoplasia a prognosi particolarmente sfavorevole e pertanto poco contribuisce, in percentuale, alla composizione dei casi prevalenti. È stimato che nel 2017 vivanoin Italia 109.394 persone con tumore del polmone, pari al 3% di tutti i pazienti con diagnosi di neoplasia.
IL TUMORE DELLA PROSTATA
I fattori di rischio sono:
Incidenza
Nel 2017 sono stati stimati 2.900 nuovi casi in Piemonte, circa 34.800 in Italia. È la neoplasia più frequente fra gli uomini e rappresenta oltre il 20% di tutti i tumori diagnosticati a partire dai 50 anni.
Mortalità
In Piemonte i decessi per cancro prostatico sono stati 556nel 2014 (ISTAT, ultimo anno disponibile). Nel 2014 in Italia si sono osservati 174 decessi. Si tratta di una causa di morte in costante diminuzione (-2,6% per anno) da oltre un ventennio.
Sopravvivenza
In Piemontela sopravvivenza a 5 anni degli uomini con tumore della prostata è del 92%. La sopravvivenza a 5 anni in Italiaè pari al 91,4%.Presenta valori elevati tra i pazienti più giovani, passando da un massimo del 96,4% tra 65 e 74 anni ad un minimo del 52,1% tra i più anziani (85+).1
Prevalenza
In Piemonte gli uomini vivi con questa diagnosi sono in totale 40.637 (anno 2015). In Italia (anno 2017) si stima siano presenti 484.170 uomini con pregressa diagnosi di carcinoma prostatico, circa il 32% dei maschi con tumore e quasi il 15% di tutti i pazienti (tra maschi e femmine) presenti nel Paese.
IL TUMORE DELLA PELLE: IL MELANOMA
I fattori di rischio sono:
Incidenza
In Piemonte nel 2017 i nuovi casi stimati di melanoma sono stati 1.300 (700 uomini e 600 donne). In Italia nel 2017 sono stati registrati circa 14.000 nuovi casi, 7.300 tra gli uomini e 6.700 tra le donne. Il trend di incidenza appare in aumento, statisticamente significativo, sia negli uomini (+4,4% per anno) sia nelle donne (+3,0% per anno).
Mortalità
In Piemonte i decessi per questa neoplasia sono stati 159 nel 2014 (ISTAT, ultimo anno disponibile). Nel 2014 in Italiasono stati osservati 2.018 decessi per melanoma cutaneo (1.245 uomini e 773 donne). Il trend di mortalità del melanoma cutaneo appare in aumento, statisticamente significativo, negli uomini (+3,9% per anno), mentre presenta una diminuzione nelle donne (-3,7%).
Sopravvivenza
In Piemonte la sopravvivenza a 5 anni dei pazienti con melanoma è pari al 90%. La sopravvivenza a 5 anni in Italia è pari all’86,7%. Esiste un forte gradiente per età: la sopravvivenza a 5 anni passa dal 93,5% registrata nei giovani (15-44 anni) al 73% degli anziani (75+).
Prevalenza
In Italia i pazienti con diagnosi di melanoma cutaneo sono 147.000 (67.000 uomini e 80.000 donne).
IL TUMORE DELLO STOMACO
I fattori di rischio sono:
Incidenza. In Piemonte nel 2017 i nuovi casi stimati di carcinoma gastrico sono stati 950 (550 uomini e 400 donne). In Italianel 2017 sono stati stimati 12.800 nuovi casi, attualmente all’ottavo posto in ordine di incidenza tra gli uomini e al sesto tra le donne (4% di tutti i tumori nei maschi, 4% nelle femmine).
Mortalità
In Piemonte i decessi per questa neoplasia sono stati 695 nel 2014 (ISTAT, ultimo anno disponibile). Nel 2014 in Italia sono state osservate 9.557 morti (il 60% nei maschi). Con il 6% tra i decessi per tumore sia nei maschi sia nelle femmine il carcinoma gastrico occupa il quinto posto, con una presenza più incisiva nell’età medio-avanzata.
Sopravvivenza
In Piemonte la sopravvivenza a 5 anni dei pazienti con tumore allo stomaco è pari al 30%. La sopravvivenza a 5 anni in Italiaè pari al 31,8%.Presenta valori decrescenti all’aumentare dell’età: è pari al 39,8% tra i giovani (15-44 anni) e al 21,6% tra gli anziani (75+).
Prevalenza
Circa 81mila persone vivono in Italia con una diagnosi di carcinoma gastrico, il 2% di tutti i pazienti con tumore.
Fonti
1 “I numeri del cancro in Italia 2017” (AIOM-AIRTUM-Fondazione AIOM)
2 I tumori in Italia – Rapporto AIRTUM 2014, Prevalenza e guarigione da tumore in Italia
http://www.registri-tumori.it/cms/it/Rapp2014