Quando si affronta una malattia come il cancro, i trattamenti di benessere e di bellezza rivolti alle donne operate non sono un fattore secondario. La malattia lascia (profondi) segni sulla pelle oltre che a livello psicologico: cadono sopracciglia e capelli, il corpo si trasforma e il viso cambia, magari svuotato da un dimagrimento, la pelle poi non è più rosea ma disidratata e spenta. E’ in questa fase critica che può entrare in gioco il ruolo di “rinascita” dei trattamenti di bellezza e di benessere per la donna colpita da un tumore. Lo sa bene SIDEO Onlus, l’Associazione Internazionale Donne con Esperienza Oncologica che, insieme all’Ospedale Mauriziano di Torino lo scorso 18 marzo hanno organizzato l’incontro “Trattamenti di benessere in oncologia”. Sono stati offerti gratuitamente trattamenti di estetica, make up individuale, consulenza su acconciatura e parruccaalle pazienti del Day Hospital Oncologico ospedaliero.
Dina, Cinzia, Antonella, Olimpia e Constanza sono donne bellissime e lo sono diventate ancora di più quando hanno deciso di combattere i segni provocati dal tumore che le ha colpite, pensando di più al loro aspetto fisico preso a schiaffi dalla malattia. Si sono alzate e dopo aver fatto colazione e salutato i loro bambini si sono recate al Mauriziano dove le aspettavano le estetiste e le truccatrici della SIDEO e la Professoressa Nicoletta Biglia, Direttrice della Struttura Complessa a direzione Universitaria di Ostetricia e Ginecologia e della Breast Unit Senologica, la Dottoressa Ivana Todaro, Coordinatrice dei Percorsi terapeutici delle pazienti della Breast Unit e la Dottoressa Arianna Vitaledella Direzione sanitaria.
Un massaggio, una sistemata alla parrucca, una manicure e pedicure, una sfumatura di ombretto rosato sulle palpebre e labbra baciate da un rossetto ambrato hanno regalato a ciascuna una “coccola” senza uguali, risvegliando una bellezza assopita dalla chemioterapia e da quei trattamenti che incontra chi viene colpito dal cancro.
«Come sto?» chiede sorridente Antonella, 46 anni, che ama la sua famiglia, il cane “Birillino” viaggiare, e studia ricamo, filosofia e storia all’Unitre di Grugliasco. «E’ molto bella! Le sta bene questo rossetto». Antonella sorride tanto, al punto che i suoi occhi diventano piccolissimi. L’artefice della sua “rinascita” è l’estetista oncologica Antonella Rugiero. «Sono felice di renderla felice! Faccio del mio meglio!». Antonella ha saputo di avere un tumore all’età di 33 anni quando i suoi bambini avevano 2 e 7 anni. Ogni 21 giorni si sottopone alle terapie e ogni dieci fa controlli al sangue. «Voglio ritornare bella, lo faccio per me e per i miei figli, perché la vita continua. Presto partirò con mio figlio a Parigi!».
Olimpia, che faceva l’operaria, compirà 40 anni a giugno. «Essere coccolate con un po’ di trucco è una bellissima esperienza, ci voleva! Mi sono tanto trascurata da quando due anni e mezzo fa ho saputo di avere un tumore» e le lacrime scendono sulle guance appena colorate dal fard. «Con due figli ho dovuto reagire». Ogni 21 giorni Olimpia fa la chemioterapia di mantenimento, ma guarda avanti. «Amo cucinare e per la mia famiglia adoro preparare molte ricette per ogni occasione».
Cinzia ha 52 anni, fa l’agente immobiliare e comincia a perdere i capelli, per questo è stata affidata al bravissimo parrucchiere SIDEO che le controlla lo stato di salute dei bulbi. Nella borsa Cinzia ha una parrucca, che indossa in qualche occasione.
Constanza, origini argentine, ha 47 anni e un figlio di 7 e fa la commessa. Si sottopone solo a pedicure e manicure. «Indosso una fascia per coprire la calvizie e non mi trucco, mi piaccio così» dice sorridente. A prendersi cura di lei è Anna Stango, estetista. «E’ bello fare le “coccole” a chi ha perso la voglia di prendersi cura di sé per colpa della malattia. Ti accorgi che è bastato davvero poco per vedere una nuova luce sul volto di una donna che sta lottando contro il cancro».
Dina Aufiero, 51 anni, è stata anche lei una paziente oncologica. Ha scoperto la malattia a 41 anni e l’ha combattuta per 10 anni. Oggi è vicepresidente SIDEO ed è orgogliosa di questa nuova giornata dedicata alla bellezza in oncologia. «Insieme alle donne che hanno combattuto il cancro e ad altre che lo affrontano tutt’ora, nel 2016 abbiamo dato vita a SIDEO riuscendo così a trasformare la nostra tragedia in una missione. In questa realtà associativa le donne si sentono meno sole, si confrontano e stanno insieme nel percorso di cura della malattia. Questo è il nostro progetto». SIDEO opera all’ospedale Mauriziano e al Sant’Anna di Torino e a Nichelino con lo sportello Pari&Dispari, offrendo alle donne solidarietà e supporto con progetti e attività finalizzate al miglioramento della qualità della vita sotto l’aspetto psicologico, fisico (sportivo e olistico), alimentare e normativo/lavorativo.
La Dottoressa Arianna Vitale segue con soddisfazione la mattinata di bellezza SIDEO. «Occasioni come queste vogliono far conoscere alle nostre pazienti opportunità speciali che possono incontrare proprio in questo ospedale. Il grosso problema che affrontano durante i trattamenti di cura è la perdita di capelli, peluria, ciglia e sopracciglia perché diventano più fragili, come le stesse unghie; la pelle perde le sue caratteristiche e si “spegne”. Un importante aiuto arriva proprio dalle truccatrici e dai parrucchieri SIDEO che insegnano alle donne i “trucchi” per essere più belle e per amarsi di più. Iniziative come queste accrescono allo stesso tempo l’umanizzazione dell’ospedale. Ne siamo fiere».
Sono 180 i nuovi casi che afferiscono ogni anno alla Breast Unit del Mauriziano e 40 le visite a settimana per follow up per tumori al seno e pelvici (utero e ovaio), presso il Day Hospital Oncologico. «Nella Breast Unit – spiega la Professoressa Nicoletta Biglia– sono presenti le professionalità e le competenze, in particolare il “chirurgo ginecologo senologo”, necessari per affrontare anche gli aspetti legati alla vita riproduttiva e alla gestione della menopausa precoce indotta dai trattamenti chemioterapici/ormonoterapici. L’attenzione alla qualità di vita delle donne operate è un punto di forza del gruppo e si avvale delle competenze di dietologia, psicologia e riabilitazione presenti in ospedale».
«Seguiamo le nostre pazienti ascoltando le loro esigenze quotidiane» spiega la Dottoressa Ivana Todaro. «Come caregiver seguo il personale percorso terapeutico di ciascuna, offrendo consigli che vanno dalla nutrizione agli stili di vita».
Da “Nuova Speranza“, il magazine dell’Associazione per la Prevenzione e la Cura dei Tumori in Piemonte Onlus – 2019 – n. 1
Il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio oncologico. Nel 2018 state stimate in Italia oltre 41.500nuove diagnosi di tumore del polmone, delle quali più del 30% incide nel sesso femminile. Attualmente si calcola che 1 uomo su 10 e 1 donna su 34 possa sviluppare un tumore del polmone nel corso della vita. In Piemonte ogni anno sono circa 3.450 e 1.400 a Torino (e provincia). Il dato allarmante è che diminuisce l’incidenza del carcinoma del polmone fra gli uomini, ma l’abitudine al fumo è sempre più femminile. Lo spiega la Professoressa Silvia Novello, membro del Direttivo nazionale AIOM, Ordinario di Oncologia medica all’Università di Torino e responsabile della Struttura semplice dipartimentale di Oncologia toracica dell’Ospedale San Luigi di Orbassano.
Cosa accade Professoressa Novello?
Più di 100.000 casi di neoplasia ogni anno in Italia sono dovuti proprio alle sigarette. Numeri che ricordano quelli di un’epidemia. L’85-90% dei tumori del polmone è attribuibile a questo fattore di rischio.
Cosa accade nella nostra regione?
In Piemonte si registra una diminuzione delle diagnosi di questo tipo di neoplasia, circa 50 in meno nel 2018 rispetto ai 12 mesi precedenti. Le campagne di sensibilizzazione stanno evidenziando risultati significativi: in Piemonte la quota di fumatori si è ridotta ed è passata dal 29% del 2008 al 24,5% del 2017, inferiore rispetto alla media nazionale (26%). Un calo che però riguarda soltanto gli uomini, perché l’incidenza fra le donne resta stabile con 1.250 casi annui.
Ci spieghi.
Complessivamente il fumo è più frequente fra gli uomini (29%) rispetto alle donne (19%), però sta diventandoun’abitudine sempre più femminile ed è particolarmente diffuso fra i giovani, per questo le campagne di prevenzione devono essere mirate soprattutto a queste fasce di popolazione. Nella Regione (Studio PASSI 2014-2017), l’abitudine al fumo di sigaretta è più diffusa fra i 25-34enni (29%) e si riduce con l’età, è più frequente fra le persone con difficoltà economiche (36%) ed è più bassa tra i cittadini più istruiti (17% nei laureati). Il 25% dei tabagisti consuma più di un pacchetto al giorno ed è, quindi, un forte fumatore.
Questo tumore resta il principale “big killer” nel nostro Paese, è cosi?
Sì, è così. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è ancora scarsa, pari a circa il 16%. La chirurgia, seguita dalla chemioterapia e radioterapia, costituisce un’arma molto efficace negli stadi iniziali. Purtroppo, il 60-70% delle diagnosi avviene in fase avanzata: in questi casi, oltre alla chemioterapia, oggi ci sono trattamenti che permettono di controllare la malattia migliorando la sopravvivenza a lungo termine. In particolare, in presenza di specifiche mutazioni geniche, possono essere utilizzate terapie a bersaglio molecolare.
E l’immuno-oncologia che ruolo ha oggi?
L’immuno-oncologia, che potenzia il sistema immunitario dei pazienti, sta evidenziando risultati importanti in prima linea, in pazienti che un tempo disponevano della chemioterapia come unica opzione.
Facciamo un passo indietro: parliamo di diagnosi.
A causa della presenza di sintomi non specifici, la diagnosi delle neoplasie polmonari è spesso tardiva. Ad esempio la tosse, la raucedine o la mancanza di fiato sono sintomi comuni nel fumatore e, proprio per questo, vengono spesso trascurati. Quando una persona presenta segni e/o sintomi che facciano sospettare la presenza di un tumore del polmone (tosse secca o con catarro, piccole perdite di sangue con i colpi di tosse, difficoltà respiratorie, dolore al torace, perdita di peso non giustificata da dieta o stress) è fondamentale fare riferimento al medico di base o ad uno specialista.
Smettere di fumare è il forte appello, dunque.
Smettere di fumare è di primaria importanza nella prevenzione, in quanto l’85% dei casi di carcinoma polmonare è causato proprio dalle sigarette.La diagnosi precoce è auspicabile, specialmente se associata alla prevenzione primaria (la disassuefazione dal fumo) per ridurre la mortalità.
Il tumore del polmone è la forma di cancro in cui il fumo di sigaretta rappresenta il più importante fattore di rischio.
Da “Nuova Speranza“, il magazine dell’Associazione per la Prevenzione e la Cura dei Tumori in Piemonte Onlus – 2019 – n. 1