IL PAPILLOMAVIRUS: UN’INFEZIONE A TRASMISSIONE SESSUALE
Conla Professoressa Chiara Benedetto, Direttore della Struttura Complessa di Ginecologia e Ostetricia Universitaria 1 dell’Ospedale Sant’Anna-Città della Salute e della Scienza di Torinoe membro del Comitato scientifico dell’Associazione per la Prevenzione e la Cura dei Tumori in Piemonte e il Professor Mario Preti, ginecologo presso laStruttura Complessa diGinecologia e Ostetricia Universitaria 1 dell’Ospedale Sant’Anna di Torino cerchiamo di capire cos’è il Papillomavirus e perché è importante sottoporsi a screening e a vaccinazione.
L’infezione da Papillomavirus umano (HPV) è l’infezione a trasmissione sessuale più frequente in donne e uomini: la maggior parte delle persone la contrae almeno una volta nella vita. In genere questa infezione non causa alcuna lesione e viene eliminata dal sistema immunitario individuale.
In alcuni casi provoca lesioni benigne e in altri lesioni precancerose che, se non individuate, possono trasformarsi in tumori maligni. Il collo dell’utero è la sede più frequente dell’infezione, delle lesioni precancerose e dei carcinomi causati da HPV.
I tempi di manifestazione delle lesioni sono molto vari (da pochi mesi a molti anni), per cui può essere difficile sapere con sicurezza quando si è contratta l’infezione.
I papilloma sono virus intracellulari e non servono antibiotici, ovuli o lavande vaginali per curare l’infezione. E’ invece essenziale identificare in tempo le alterazioni cellulari provocate dal virus: per questotutte le donne dai 25 ai 65 anni vengono invitate ad eseguire un test di screening (Pap test o HPV test) per il carcinoma del collo dell’utero in modo da ridurne l’incidenza.
Attualmente, oltre allo screening, le donne hanno a disposizione un’arma molto efficace per proteggersi contro l’infezione da HPV: la vaccinazione, che è rivolta anche agli uomini.
«Ci appelliamo a tutti – spiegano la professoressa Benedetto e il professor Preti – affinché si utilizzino al massimo queste due importanti opportunità, lo screening e la vaccinazione, per prevenire il cancro».
LE MALATTIE HPV CORRELATE
I nostri medici: «Si può guarire dalle malattie HPV correlate, anche da quelle maligne. E’ fondamentale una diagnosi tempestiva, la valutazione in un centro specialistico e l’impostazione di un trattamento mirato».
Le patologie HPV correlate sono molte e fanno parte delle malattie sessualmente trasmissibili (MST) in quanto il contagio avviene nella maggior parte dei casi attraverso il rapporto sessuale. E’ rara, ma possibile, la trasmissione su cute o mucosa lesa tramite oggetti, asciugamani, indumenti intimi contaminati con secrezioni genitali.
Le patologie HPV correlate colpiscono sia donne che uomini e spesso sono asintomatiche. L’infezione infatti può anche essere latente e venire trasmessa in assenza di lesioni visibili.
Le lesioni benigne causate da HPV sono rappresentate in maggior parte dai condilomi, che si localizzano prevalentemente a livello dei genitali (pene, vagina, vulva, ano) e più raramente del cavo orale. I condilomi vengono chiamati anche “creste di gallo”, talora provocano prurito, ma spesso sono asintomatici.
Per la diagnosi dei condilomi è sufficiente una visita specialistica presso un Centro MST (malattie sessualmente trasmesse) che permettedi evidenziare le lesioni e impostare il trattamento più indicato per il caso specifico.
Le lesioni precancerose possono colpire vari organi: il collo dell’utero, la vagina, la vulva, l’ano, il pene, la regione perianale e il cavo orale. Potenzialmente si possono trasformare in patologie tumorali maligne.
Per diagnosticare le lesioni precanceroseo i tumori maligni HPV correlatisono necessariaccertamenti specialistici: visita ginecologica, vulvoscopia, colposcopia con Pap test e biopsia per la diagnosi delle lesioni genitali; anoscopia e Pap-test anale per diagnosticare le lesioni anali; visita urologica o dermatologica per le lesioni del pene e visita otorinolaringoiatrica per le lesioni del cavo orale.
I CENTRI DELLE MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE (MST) IN PIEMONTE
In Piemonte sono presenti 9 Centri MST per la prevenzione, il controllo e la cura delle infezioni sessualmente trasmesse: 3 centri a Torino(presso gli ospedali San Lazzaro e Sant’Anna della Città della Salute e della Scienza di Torino, l’Amedeo di Savoia) e 6 nel resto della regione(Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbania e Vercelli). L’accesso è gratuito e senza alcuna impegnativa medica.
Informazioni sul sito del SEREMI – Servizio di Riferimento Regionale di Epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle Malattie Infettive: www.seremi.it
Liliana Carbone per Nuova Speranza, Anno 2020, n. 1
La vaccinazione per prevenire le infezioni da Papillomavirus umano (HPV) è lo strumento più efficace per ridurre le infezioni e le lesioni da HPV tra i giovani. E’ dunque un intervento preventivo rivolto al futuro delle nuove generazioni. Purtroppo nella Regione Piemonte si sottopongono al vaccino anti-HPV sempre meno adolescenti e il rischio di un aumento delle infezioni è sempre più concreto.
Con la Professoressa Chiara Benedetto, Direttore della Struttura Complessa di Ginecologia e Ostetricia Universitaria 1 dell’Ospedale Sant’Anna-Città della Salute e della Scienza di Torino e membro del Comitato scientifico dell’Associazione per la Prevenzione e la Cura dei Tumori in Piemonte e il Professor Mario Preti, ginecologo presso la Struttura Complessa di Ginecologia e Ostetricia Universitaria 1 dell’Ospedale Sant’Anna di Torino cerchiamo di capire perché la vaccinazione è importante.
Al momento quanti vaccini preventivi contro l’HPV sono disponibili? E contro quali lesioni hanno un effetto preventivo?
Al momento sono disponibili 2 tipi di vaccino contro l’HPV: il CERVARIX che protegge contro i ceppi HPV 16-18, responsabili di circa il 75 % dei tumori del collo dell’utero e il GARDASIL-9 che protegge contro nove ceppi di HPV, di cui sette (16-18-31-33-45-52-58) responsabili di circa il 90% dei tumori del collo dell’utero e due (6-11) dei condilomi genitali che, pur essendo benigni, possono creare disagio e rappresentano l’infezione sessualmente trasmissibile più frequente. I vaccini, oltre a proteggere contro le lesioni pre-cancerose e i cancri HPV correlati del collo dell’utero, riducono anche il rischio di sviluppare tumori alla vulva, alla vagina, all’ano e probabilmente anche al cavo orale.
Partiamo dal vaccino contro il Papillomavirus: quanto è efficace tra i giovanissimi per prevenire le infezioni da HPV?
Sulla base di studi epidemiologici, Gardasil-9 protegge contro l’85-90% delle lesioni preinvasive e dei tumori invasivi del collo dell’utero e contro l’80-90% delle lesioni preinvasive e dei tumori invasivi della vulva, della vagina e dell’ano correlati all’HPV. Il Gardasil-9 è inoltre efficace contro il 90% dei condilomi genitali.
Le ragazze quando dovrebbero eseguire il vaccino?
La migliore risposta immunitaria si ottiene se le ragazze si vaccinano fra i 9 e i 15 anni e prima dell’inizio dell’attività sessuale. Grazie al fatto che in questa fascia di età il potere di immunizzazione è ottimale sono previste solo due dosi di vaccino a distanza di 6 mesi l’una dall’altra. Per le ragazze dai 15 anni in poi invece sono previste 3 dosi di vaccino di cui la seconda a 2 mesi e la terza a 6 mesi dalla prima. E’ importante sottolineare che anche nella donna adulta sessualmente attiva la vaccinazione può prevenire ancora gran parte dei problemi correlati all’HPV.
Anche i ragazzi dovrebbero essere vaccinati? E a quale età?
E’ molto importante che anche i ragazzi si vaccinino per ridurre l’eventuale trasmissione del virus e per proteggersi dalla maggior parte dei tumori del pene, dell’ano, del cavo orale correlati all’HPV. L’età ideale e la posologia con cui vaccinarsi è la stessa delle ragazze.
Quale copertura vaccinale si è raggiunta in Piemonte? E’ sufficiente?
Purtroppo la copertura vaccinale in Piemonte è diminuita negli ultimi anni passando dal 70% per le ragazze nate nel 2000 al 59% per quelle nate nel 2005. Tale copertura è assolutamente insufficiente a garantire una ridotta circolazione del virus e rischia di vanificare tutti gli sforzi della scienza per prevenire i tumori HPV correlati.
Se non è sufficiente, quali sono le ragioni?
E’ probabile che la diminuita adesione alla vaccinazione sia dovuta a uno scarso sostegno da parte dei media e alle campagne dei “No-vax”. Tutto ciò ha fatto si che non si sia compresa a sufficienza l’importanza della vaccinazione contro l’HPV che rappresenta un’eccezionale arma di prevenzione contro lo sviluppo di molti tumori sia nell’uomo che nella donna.
Il rifiuto all’adesione al vaccino ha provocato un aumento delle infezioni?
Semplicemente non le ha ridotte. E questo dato è in controtendenza con quanto osserviamo ad esempio in Australia, Inghilterra, Austria e in molte altre nazioni dove la vaccinazione è stata iniziata e sostenuta nel tempo.
Come si può aumentare il livello di adesione alla vaccinazione?
Con campagne di informazione capillare rivolte alla popolazione, lezioni nelle scuole, ulteriore collaborazione da parte di pediatri, medici di base, consultori familiari e supporto da parte dei mass media.
La vaccinazione non sostituisce lo screening per il cancro del collo dell’utero: perché?
La vaccinazione non sostituisce lo screening per il cancro del collo dell’utero (cervico-carcinoma) perché nessun vaccino è efficace al 100% e poiché né Cervarix né Gardasil-9 proteggono contro ogni tipo di HPV, né contro infezioni da HPV presenti al momento della vaccinazione. I test di screening per il cervico-carcinoma (Pap test e HPV test) rimangono di fondamentale importanza e devono continuare a essere effettuati in accordo con le raccomandazioni nazionali.
Liliana Carbone per “Nuova Speranza”, Anno 2020, n. 1
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