Il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio oncologico. Nel 2018 state stimate in Italia oltre 41.500nuove diagnosi di tumore del polmone, delle quali più del 30% incide nel sesso femminile. Attualmente si calcola che 1 uomo su 10 e 1 donna su 34 possa sviluppare un tumore del polmone nel corso della vita. In Piemonte ogni anno sono circa 3.450 e 1.400 a Torino (e provincia). Il dato allarmante è che diminuisce l’incidenza del carcinoma del polmone fra gli uomini, ma l’abitudine al fumo è sempre più femminile. Lo spiega la Professoressa Silvia Novello, membro del Direttivo nazionale AIOM, Ordinario di Oncologia medica all’Università di Torino e responsabile della Struttura semplice dipartimentale di Oncologia toracica dell’Ospedale San Luigi di Orbassano.
Cosa accade Professoressa Novello?
Più di 100.000 casi di neoplasia ogni anno in Italia sono dovuti proprio alle sigarette. Numeri che ricordano quelli di un’epidemia. L’85-90% dei tumori del polmone è attribuibile a questo fattore di rischio.
Cosa accade nella nostra regione?
In Piemonte si registra una diminuzione delle diagnosi di questo tipo di neoplasia, circa 50 in meno nel 2018 rispetto ai 12 mesi precedenti. Le campagne di sensibilizzazione stanno evidenziando risultati significativi: in Piemonte la quota di fumatori si è ridotta ed è passata dal 29% del 2008 al 24,5% del 2017, inferiore rispetto alla media nazionale (26%). Un calo che però riguarda soltanto gli uomini, perché l’incidenza fra le donne resta stabile con 1.250 casi annui.
Ci spieghi.
Complessivamente il fumo è più frequente fra gli uomini (29%) rispetto alle donne (19%), però sta diventandoun’abitudine sempre più femminile ed è particolarmente diffuso fra i giovani, per questo le campagne di prevenzione devono essere mirate soprattutto a queste fasce di popolazione. Nella Regione (Studio PASSI 2014-2017), l’abitudine al fumo di sigaretta è più diffusa fra i 25-34enni (29%) e si riduce con l’età, è più frequente fra le persone con difficoltà economiche (36%) ed è più bassa tra i cittadini più istruiti (17% nei laureati). Il 25% dei tabagisti consuma più di un pacchetto al giorno ed è, quindi, un forte fumatore.
Questo tumore resta il principale “big killer” nel nostro Paese, è cosi?
Sì, è così. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è ancora scarsa, pari a circa il 16%. La chirurgia, seguita dalla chemioterapia e radioterapia, costituisce un’arma molto efficace negli stadi iniziali. Purtroppo, il 60-70% delle diagnosi avviene in fase avanzata: in questi casi, oltre alla chemioterapia, oggi ci sono trattamenti che permettono di controllare la malattia migliorando la sopravvivenza a lungo termine. In particolare, in presenza di specifiche mutazioni geniche, possono essere utilizzate terapie a bersaglio molecolare.
E l’immuno-oncologia che ruolo ha oggi?
L’immuno-oncologia, che potenzia il sistema immunitario dei pazienti, sta evidenziando risultati importanti in prima linea, in pazienti che un tempo disponevano della chemioterapia come unica opzione.
Facciamo un passo indietro: parliamo di diagnosi.
A causa della presenza di sintomi non specifici, la diagnosi delle neoplasie polmonari è spesso tardiva. Ad esempio la tosse, la raucedine o la mancanza di fiato sono sintomi comuni nel fumatore e, proprio per questo, vengono spesso trascurati. Quando una persona presenta segni e/o sintomi che facciano sospettare la presenza di un tumore del polmone (tosse secca o con catarro, piccole perdite di sangue con i colpi di tosse, difficoltà respiratorie, dolore al torace, perdita di peso non giustificata da dieta o stress) è fondamentale fare riferimento al medico di base o ad uno specialista.
Smettere di fumare è il forte appello, dunque.
Smettere di fumare è di primaria importanza nella prevenzione, in quanto l’85% dei casi di carcinoma polmonare è causato proprio dalle sigarette.La diagnosi precoce è auspicabile, specialmente se associata alla prevenzione primaria (la disassuefazione dal fumo) per ridurre la mortalità.
Il tumore del polmone è la forma di cancro in cui il fumo di sigaretta rappresenta il più importante fattore di rischio.
Da “Nuova Speranza“, il magazine dell’Associazione per la Prevenzione e la Cura dei Tumori in Piemonte Onlus – 2019 – n. 1